Prestiti su pegno: un nuovo modo per ottenere denaro

E' stimato che solo il 5% degli oggetti non vengono riscattati, finendo così all'asta

Prestiti su pegno: un nuovo modo per ottenere denaro

Prestiti su pegno - In un periodo caratterizzato da un'evidente crisi economica, accompagnata da una mancanza di liquidità e da un atteggiamento restio degli istituti di credito a concedere prestiti a famiglie e ad imprese, ci si deve per forza di cose ingegnare. E tra le "nuove" forme di finanziamento alternativo, sta avendo sempre maggiore peso il prestito su pegno. Si tratta di una forma di prestito in base al quale il richiedente può ottenere nuova liquidità in cambio di beni materiali.

Secondo le stime Bankitalia sono sempre più numerosi i soggetti che ricorrono a questo tipo di prestito: si stimano, all'incirca, 30000 richieste ogni mese, per un importo medio per ogni singola operazione di circa 700 euro.

I vantaggi, o meglio i morivi, per cui si ricorre a questo tipo di prestito sono piuttosto evidenti: i prestiti su pegno non prevedono, infatti, la necessità di alcuna documentazione oltre che di nessuna indagine sul patrimonio o su eventuali redditi del richiedente. Naturalmente tra gli oggetti che vengono maggiormente utilizzati come pegno, troviamo i metalli preziosi che, al momento della richiesta del prestito, vengono appositamente stimati da un perito. A questo punto l'istituto di credito concederà il prestito, individuando anche il corrispettivo tasso di interesse. Generalmente i tempi di restituzione del prestito sono piuttosto brevi (massimo un anno).

Questa nuova forma di finanziamento sembra rappresenti un discreto successo anche per gli stessi istituti di credito: è stimato, infatti, che solamente il 5% dei beni dati in pegno non vengono riscattati finendo così all'asta.