I prestiti facili sono all’origine della sofferenza bancaria

Dal 1999 non si registravano situazioni insolventi così 'pesanti', in grado di causare lo stallo del sistema bancario

I prestiti facili sono all’origine della sofferenza bancaria

Un recente studio della Fiba (il sindacato del settore bancario e assicurativo della Cisl) ha chiarito il perché delle crisi sui prestiti bancari che il nostro Paese sta registrando. prestiti "facili" e denaro concesso a soggetti che non garantivano la piena fiducia sono alla base di questa sofferenza sul sistema bancario, che è costretto a negare prestiti quasi a chiunque.

L'Associazione bancaria italiana (Abi) ha riferito, in queste ultime settimane, che il quadro attuale è il peggiore degli ultimi 14 anni, con un rapporto tra prestiti a soggetti insolventi e finanziamenti concessi del 7,32%, un valore che non si vedeva dal 1999. Il fardello dei crediti in sofferenza, cioè quelli a rischio per insolvenza, ammonta a 141,8 miliardi di euro: un dato che parla da sé e si va ad aggiungere a quei fattori che stanno prolungando la crisi economica.

Ad influire negativamente su tutto ciò, ci sono poi i maxi prestiti erogati al management dirigenziale e alla clientela d'èlite, che nascondono alcuni grandi debitori del credito. Infatti, in una nota, il segretario generale della Fiba, Giulio Romani, afferma che: "Una parte significativa delle sofferenze è legata ai crediti erogati a grandi personaggi, amici e 'furbetti' vari". Riferendosi ai prestiti concessi a personaggi come Zaleski, Ligresti, Danilo Coppola, e ancora Vigni, Bianconi, Cucchiani, Profumo e Geronzi.

Romani precisa, rincarando la dose con valori di Bankitalia alla mano, che i dati "ci dicono due cose importanti: i singoli importi delle sofferenze divisi per scaglioni e l'indice di autonomia di erogazioni dei capi filiale da cui è possibile ricostruire quello della filiera da direttore generale in su".

Infatti, osservando i dati della Fiba riferiti al primo punto, le sofferenze sui prestiti tra i 30 e i 250mila euro, arrivano a circa 6,2 miliardi di euro; mentre quelle sui prestiti da 250 a 500mila euro a quasi 11 miliardi. Salendo ancora, nello scaglione di prestiti tra i 5 e i 25 milioni di euro, le sofferenze arrivano a un totale di 25 miliardi, per finire con 13,8 miliardi prestati per importi singoli superiori ai 25 milioni di euro. In generale, tra il 2009 e il 2012 le sofferenze sui prestiti superiori ai 25 milioni sono cresciute del 362%.

Questo processo viene spiegato dall'iter per l'erogazione del prestito, soggetto a regole in cui intervengono diverse figure: se la richiesta del prestito è inferiore ai 125mila euro, è il direttore della banca a decidere se concederlo o meno; si passa in mani superiori per gli importi che variano dai 125mila ai 2,5 milioni di euro. Per cifre ancora più elevate, si arriva nelle mani del top management o del Consiglio di Amministrazione bancario. Fiba conferma che solo il 16% delle sofferenze totali (calcolate d 126 miliardi di prestiti concessi a fine 2012) sono imputabili al direttore, il 43% coinvolge i livelli superiori del "sistema banca" e il 41% dipende da decisioni di CdA o top management.

Il quadro che emerge è davvero allarmante, poiché a crescere sono soprattutto le sofferenze sui prestiti che raggiungono almeno il milione di euro, quelli richiesti dai clienti più elitari e, purtroppo, questo trend di prestiti facili è un meccanismo innescato già da diverso tempo. Infatti, lo studio di Fiba rileva che meno di 17.500 persone hanno prestiti per 720 miliardi di euro, contro 3,5 milioni quelle che hanno prestiti per 570 miliardi di euro: ovvero lo 0,5% dei clienti detiene il 56% dei prestiti erogati.