Crescono i prestiti ai privati e calano le sofferenze bancarie

Segnali incoraggianti dall'ultimo bollettino di Bankitalia. I dati segnalano una lieve ripresa del mercato creditizio.

Crescono i prestiti ai privati e calano le sofferenze bancarie

Lieve ripresa per il mercato creditizio italiano grazie all'aumento delle richieste di prestito avanzate famiglie e alle imprese. Secondo l'ultimo bollettino di Bankitalia a fine maggio c'è stata non solo una crescita complessiva dei prestiti concessi ai privati ma anche un calo delle sofferenze bancarie passate da 202,116 miliardi di euro di maggio ai 203,326 del mese precedente.

Si tratta di due dinamiche positive che potrebbero lasciare intuire anche una fase di ripresa del settore creditizio e una maggiore fiducia dei consumatori. Tuttavia, mettendo a confronto le sofferenze bancarie del mese di maggio con quelle rilevate nel mese precedente, emergerebbe solo una differenza minima sia a livello lordo sia netto che andrebbe a rallentare il tasso di crescita annua.

Prestiti alle famiglie e alle imprese in aumento: i dati di Bankitalia

L'aumento dei prestiti concessi alle famiglie e alle imprese ha contribuito alla ripresa del mercato creditizio per il settore privato. Secondo i dati di Bankitalia, il tasso di crescita complessivo dei prestiti per il settore privato, quindi per le famiglie e per le imprese, è salito all'1,0% annuo rispetto al +0,8% di aprile.

I dati del bollettino di maggio confermano un incremento per entrambe le tipologie di clientela. Nello specifico, i prestiti alle imprese sono aumentati dello 0,3% rispetto allo 0,2% registrato ad aprile, mentre quelli alle famiglie sono passati al 2,5% rispetto allo 2,4% del mese precedente.

Il mese di maggio ha riportato anche la crescita dei depositi, passati al 4% annuo rispetto al 3,8% del mese di aprile. Stessa tendenza per la raccolta obbligazionaria, passata da un -15,6% di aprile al -16,1% di maggio.

Ma cosa sono le sofferenze bancarie?

Uno degli aspetti emersi dal bollettino «Banche e moneta» diffuso da Bankitalia riguarda proprio il lieve calo delle sofferenze bancarie, ovvero quei crediti bancari la cui riscossione appare incerta. A tal proposito occorre distinguere se la crisi di liquidità del debitore è legata ad una fase transitoria, oppure a delle motivazioni più profonde, come ad esempio una crisi della propria attività imprenditoriale.

L'aspetto che contraddistingue una sofferenza bancaria è proprio la gravità della situazione finanziaria in cui si trova il creditore. In caso di mancato pagamento delle rate, la banca ha l'obbligo di segnalare al cliente la gravità della situazione. Quindi, prima che un debito venga considerato una sofferenza bancaria si dovrà passare per la fase di "incaglio bancario".

In questa circostanza specifica il debitore avrà a disposizione un altro periodo di tempo – circa 10/14 mesi – per regolarizzare la sua posizione. Se questo non avviene, il debito verrà considerato una sofferenza bancaria, la banca provvederà a segnalare la situazione alla Centrale Rischi e verrà intrapresa la procedura legale.

Da leggere: Cancellazione CRIF: come richiederla?

Solo rapportando la gravità di questa situazione su scala nazionale è possibile intuire quali effetti abbiano le sofferenze bancarie sul sistema creditizio bancario. Una problematica molto complessa, che ha reso molte volte necessario l'intervento delle Istituzioni europee e nazionali attraverso l'attuazione di piani d'intervento mirati.