Sussidi di 5.300 miliardi di dollari ai combustibili fossili

Secondo Il FMI le compagnie produttrici di combustibili fossili ricevono 10 milioni di dollari al minuto di sovvenzioni

Sussidi di 5.300 miliardi di dollari ai combustibili fossili

Ancora la lotta tra energie rinnovabili e combustibili fossili, il tutto ovviamente ai danni dell'ambiente. La cattiva notizia arriva dal Fondo Monetario Internazionale: le compagnie che producono combustibili fossili ricevono sussidi per 5.300 miliardi di dollari l'anno. Le tecnologie che sfruttano energia pulita faticano ad attecchire nelle case dei privati, i quali preferiscono confrontare le offerte di GDF Suez o Eon alla ricerca dell'opzione migliore, piuttosto che investire un capitale, o chiedere un prestito, per installare, ad esempio, pannelli solari.

Nonostante le opzioni di prestiti per chi vuole dotare la propria abitazione di pannelli solari o fotovoltaici siano numerose, sembra che gli italiani trovino comunque più semplice e immediato informarsi su Eni e le sue offerte o su Edison, piuttosto che documentarsi sugli incentivi statali per l'acquisto di tecnologie "verdi". Complice sicuramente anche le alte spese iniziali che strutture del genere comporterebbero.

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Numeri dei sussidi

Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale le compagnie che producono combustibili fossili ricevono l'equivalente di 10 milioni di dollari al minuto, per un totale di 5.300 miliardi di dollari l'anno di sussidi. Una cifra incredibile se si pensa che, secondo l'organizzazione, nel 2015 addirittura supererà quella della spesa sanitaria di tutti i governi del mondo e rappresenterà il 6,5% del Pil mondiale.

Le sovvenzioni che creano danni all'ambiente

Il combustile che riceve i sussidi maggiori (50%) è il carbone, sia perché di forte impatto sull'ambiente, sia perché nessun Paese mette in atto accise onerose sul suo consumo. Al secondo posto c'è il petrolio, il più usato nei trasporti, seguito dal gas.

I dati non si riferiscono solo alle cifre concesse dai governi al netto delle tasse, ben 500 milioni, ma anche ai costi relativi ai danni ambientali che non vengono pagati da chi inquina per bruciare carbone, olio e gas. Secondo il FMI (Fondo Monetario Internazionale) i governi dovrebbero tassare l'energia prodotta dai combustibili fossili tenendo conto dei danni che questi provocano: l'inquinamento atmosferico è il principale responsabile dei cambiamenti climatici che causano inondazioni, siccità e tempeste.

Un mondo migliore senza sussidi ai combustibili fossili

Il fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che la fine dei sussidi ai combustibili fossili permetterebbe di ridurre del 20% le emissioni globali di carbonio. Questo costituirebbe un grande passo avanti per il contenimento del riscaldamento globale, punto su cui attualmente i progressi continuano ad essere minimi. La fine delle sovvenzioni potrebbe anche diminuire del 50% il numero di morti premature dovute all'inquinamento atmosferico, e salvare quindi 1,6 milioni di vite ogni anno.

I paesi più inquinanti

Al primo posto in quanto a inquinamento c'è la Cina che, alle compagnie che producono combustibili fossili, fornisce sovvenzioni per un valore pari a 2.300 miliardi di dollari. La seguono a ruota l'America, con 700 miliardi e la Russia con 335 miliardi. Restano 330 miliardi attribuibili all'Unione. Il Fondo Monetario Internazionale stima che l'eliminazione delle sovvenzioni farebbe aumentare le entrate dei governi di 2,9 miliardi di dollari, pari al 3,6% del Pil.

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