Contatori dell’energia elettrica difettosi, in Gran Bretagna è scandalo

I nuovi contatori dell’energia elettrica inglesi sono difettosi e migliaia di famiglie sono state frodate: e in Italia?

Contatori dell’energia elettrica difettosi, in Gran Bretagna è scandalo

Il risparmio sulla bolletta della luce è uno dei principali obiettivi delle famiglie, italiane e non: ecco perché i consumatori confrontano con attenzione le offerte di Enel Energia, Eni e degli altri operatori per trovare la più vantaggiosa.

Trovare la tariffa per l'energia elettrica meno costosa, però, è solo uno degli accorgimenti per risparmiare. Controllare e razionalizzare i consumi, infatti, è altrettanto importante. Da quando poi sono diffusi nelle case i contatori elettronici, che permettono di pagare l'energia consumata in base agli orari in cui la si utilizza, il risparmio sembra ancora dei più a portata di mano.

Peccato purtroppo che le speranze dei consumatori siano state deluse da un recente scandalo in arrivo dalla Gran Bretagna, ma destinato a diffondersi anche nel nostro Paese: i nuovi contatori elettronici sarebbero difettosi e quasi 4 milioni di famiglie inglesi sarebbero state frodate da misurazioni erronee.

In particolare, l'anomalia si verificherebbe nella lettura dell'orario in cui viene utilizzata l'elettricità: nonostante si consumasse energia negli orari in cui costava di meno, l'orologio del contatori indicava che il consumo avveniva nella fascia oraria più cara.

In Italia i contatori elettronici sono più di 32 milioni e i consumatori che hanno scelto di sottoscrivere una tariffa bioraria sono numerosi. Anche nel nostro Paese, però, si discute della poca trasparenza di questi dispositivi e dei rischi per il portafoglio degli italiani.

"Il governo italiano non ha mai stabilito come debbano avvenire i controlli di routine previsti dalla legge sui contatori dell'energia elettrica - ha affermati il deputato Davide Crippa - Di fatto i cosiddetti contatori "intelligenti" sono apparecchi non omologati scrupolosamente, mai verificati da un ente terzo incaricato dallo Stato, certificati solo su base volontaria dall' "IMQ" (Istituto Italiano del Marchio di Qualità), e, come di nuovo segnalato da riviste di settore, spesso marchiati con un "CE" identico nella grafica al marchio "China Export" che solleva più di un dubbio sulla loro conformità alla legislazione europea".

Lo scandalo inglese, quindi, evidenzia l'urgenza di una regolamentazione di questo settore. Intanto l'associazione a difesa dei consumatori "Lo sportello dei Diritti" ha incaricato alcuni esperti di verificare se nei contatori italiani siano presenti difetti analoghi a quelli inglesi. In caso positivo, ci saranno tutti i presupposti per procedere a una class action.

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