Prestiti alle Pmi, Padoan chiede fonti alternative alle banche

Per rimettere in moto l’economia è indispensabile studiare nuove forme di prestiti per le sue protagoniste, le Pmi.

Prestiti alle Pmi, Padoan chiede fonti alternative alle banche

A causa della crisi sono molte le aziende che si sono trovate in difficoltà economica, per non parlare di quelle che si sono viste costrette a dichiarare fallimento. Per tamponare l'emergenza, una buona soluzione è quella di richiedere un finanziamento. Per evitare di rimanere poi soffocati dagli interessi occorre però trovare un prestito vantaggioso, magari aiutandosi con il web per confrontare i vari prodotti offerti da banche e finanziarie alla ricerca di quello con il tasso di interesse più basso.

Anche prendersi del tempo per informarsi sui prestiti online, piuttosto che quelli tradizionali e così via può aiutare a trovare la soluzione su misura per la propria attività. Quando però sono le stesse banche ad essere restie a concedere finanziamenti, ecco che la situazione rischia di diventare insostenibile per le Pmi, scheletro dell'economia italiana. Con il documento "Finanza per la crescita", il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, partendo dal presupposto che i prestiti erogati alle imprese hanno subito un forte calo, tenta di delineare delle possibili soluzioni alternative.

Padoan spiega che l'obbiettivo principale dell'Europa deve essere quello di "stimolare investimenti pubblici e privati per promuovere crescita e lavoro". Punto centrale del documento è quello riguardante possibili alternative al credito proveniente da banche e finanziarie, un dato già di per sé in continuo calo.

Indispensabile sarebbe, secondo il documento, regolamentare i fondi di investimento a lungo termine, portando così a termine quanto iniziato dalla Comunicazione sul long term financing e mercato delle cartolarizzazioni solido ed uniforme.

Padoan insiste anche sull'importanza del ruolo ricoperto dalle Pmi nell'economia italiana. Finora, infatti, i maggiori interventi nell'ambito del credito alle imprese hanno privilegiato realtà medio-grandi, trascurando così la vera colonna portante del mercato italiano.

Come esempio di intervento positivo, il documento porta i mini-bond italiani e tedeschi, insistendo sulla necessità di favorire gli investimenti modificando le normative attuali e/o "sviluppando intermediari specializzati, come i fondi di credito". Allo scopo di incentivare però gli investimenti destinati esclusivamente alle piccole imprese andrebbe inoltre promosso "un mercato europeo per i collocamenti privati".

Fonti di credito alternative alle banche dovranno essere i fondi di debito e il venture capital, mentre, per quanto riguarda le infrastruttura, saranno necessarie nuove collaborazioni tra pubblico e privato, appositi fondi infrastrutturali e programmi di garanzia.