Mutui: male anche il primo trimestre 2013, loan to value troppo bassi

Un focus trimestrale del Crif mette in luce come anche nei primi tre mesi 2013 il settore mutui stia andando male.

Mutui: male anche il primo trimestre 2013, loan to value troppo bassi
Anche il 2013 si preannuncia negativo per il settore dei mutui, siamo infatti in presenza, secondo il Crif, di un'ulteriore contrazione del numero delle domande di potenziali mutuatari che scende ancora dell'11%; il 2012 si era chiuso con una contrazione su base annua del 42%.

Per quanto invece riguarda il numero reale di abitazioni acquistate nel 2012 attraverso l'ausilio del finanziamento i dati ufficiali dell'Agenzia del Territorio, o sarebbe meglio dire dell'Agenzia delle Entrate visto che quest'ultima ha assorbito la prima, parlano di una riduzione del 38,6% e nello specifico si tratta di 155.466 conpravendite effettuate.

Questa situazione di conseguenza si ripercuote inevitabilmente sia sul mercato immobiliare che sull'edilizia, entrambi settori che sono da sempre considerati autentici volani per la nostra economia, e che sono stati inclusi dal premier Letta nella road map dei primi 100 giorni di governo.

Ormai si è consolidato anche un sentiment di sfiducia del potenziale cliente nei confronti della banca, molti a chiedere il mutuo non ci provano nemmeno più visto che le politiche di screaning degli istituti sono sempre più selettive e che anche nel migliore dei casi la massima percentuale finanziata in funzione del totale valore dell'immobile, non supera il 60%.

Quest'ultimo aspetto forse non viene molto considerato dagli analisti ma è invece di fondamentale importanza in particolar modo se si parla di acquistare una casa nelle principali città italiane; un esempio pratico per capire di cosa si vuole parlare è il seguente: ipotizzando l'acquisto di una abitazione in un quartiere periferico di Roma, diciamo Bufalotta, dove un bilocale (da 40 a 55 metri quadri) viene compravenduto in un range di prezzo che va dai 180 mila euro ai 270 mila circa, è facile comprendere come, in funzione del loan to value basso, la parte da versare in contanti al venditore sia piuttosto elevata, e all'atto pratico fuori dalla portata della maggior parte dei giovani.

Così è chiaro che per dare un futuro anche alle nuove generazioni, che per chi l'avesse dimenticato sono la vera risorsa del paese, l'unico vero modo è tornare ad erogare finanziamenti di oltre l'80%, ma questo sarà possibile solo se il governo metterà in atto fondi di garanzia reali nei confronti degli istituti finanziatori che ricordiamo essere società a scopo di lucro e non associazioni attive nel sociale.