L'UE ripristina la concorrenza sul mercato dell'energia solare

Politica UE per ostacolare la concorrenza sleale degli esportatori cinesi.

L'UE ripristina la concorrenza sul mercato dell'energia solare

Il Regolamento UE, esecutivo da subito e vincolante tanto per gli stati membri che per i privati, mira a ripristinare la concorrenza nel mercato europeo del solare. "Imprese UE altamente innovative nel settore dell'energia verde sono a rischio bancarotta a causa della concorrenza sleale di esportatori cinesi" si legge in un comunicato ufficiale di Bruxelles.

Il provvedimento, già operativo dal 6 giugno, prevede dazi dell'11,8% per i primi due mesi, seguiti da quelli del 47,6% per altri quattro mesi.

La decisione è stata presa dopo un'inchiesta avviata nel settembre 2012 e durata nove mesi. L'inchiesta della commissione ha accertato che le società cinesi vendono pannelli solari all'Europa a prezzi assai inferiori al valore normale di mercato, danneggiando così considerevolmente i produttori UE di pannelli solari (dumping).

Da Bruxelles precisano che il dazio provvisorio, da applicare per un massimo di sei mesi, è assai inferiori al dumping dell'88% di cui sono oggetto i pannelli e questo perché l'UE ha deciso di applicare la cosiddetta "regola del dazio inferiore" per la quale si impone il dazio minimo sufficiente a ripristinare le condizioni di parità.

La Commissione proseguirà ora l'inchiesta e ascolterà i pareri di tutte le parti interessate per trovare, mediante trattative, soluzioni alternative soddisfacenti". Il commissario europeo al commercio, De Gucht, fa sapere che: "questa è un'offerta unica che fornisce un chiaro incentivo a trovare un intesa".

Il countdown per i negoziati termina il 5 dicembre: entro quella data l'UE dovrà decidere se istituire dazi antidumping definitivi quinquennali.

Per molti, però, si tratta di una mezza retromarcia: non più di dieci giorni fa, infatti, i dazi minacciati erano del 47,6 % già a partire dal 6 giugno.

Il passo indietro della Commissione Ue è stato il risultato della partita nella partita, nel più ampio scenario dell'inarrestabile avanzata dei pannelli solari cinesi, tra la stessa commissione e il partito dei no-dazi capeggiato dalla Germania che un po' alla volta ha portato dalla sua parte 18 stati membri su 27.

A Bruxelles ci si augura che nei due mesi di dazi morbidi (11,7 %) si arrivi ad una soluzione negoziale. Il gigante cinese, però, ha già minacciato ritorsioni e rappresaglie commerciali.

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