Gas: alla Cina il primato dell'inquinamento

Gas, energia: il mondo sperpera le risorse. Cina, India e Brasile sono ancora i Paesi più inquinanti

Gas: alla Cina il primato dell'inquinamento

In quanto a sprechi, il mondo moderno vanta, con grande tristezza, numerosi primati: dopo aver recentemente scoperto che Google, nel 2010, ha consumato un quantitativo di energia necessaria a 207 mila abitazioni e pari all'elettricità utilizzata da 41 Empire State Building, ora è il gas ad essere sotto esame. E la situazione non è migliore.

I paesi emergenti - Cina, in primis, India e Brasile - sono tra i maggiori emettitori di gas serra, e il paese dell'Asia Orientale si conquista la medaglia d'oro in fatto di inquinamento. Dal 2009, infatti, la Cina ha superato gli Stati Uniti per quanto riguarda le emissioni di gas serra; mentre l'Italia compare in decima posizione, vicino al Sudafrica.

I dati emersi, resi noti da Riccardo Valentini, docente dell'università degli studi della Tuscia, durante "ClimaticaMente", conferenza svoltasi a Trento negli ultimi giorni, evidenziano che "i paesi emergenti, attualmente, occupano un ruolo rilevante nella produzione di gas serra a fianco di quelli sviluppati". "Per fare un hamburger - prosegue il professore - servono 2.400 litri di acqua; per una t-shirt in cotone 2.000 litri, per un paio di scarpe di pelle bovina 8.000 litri. La mitigazione delle emissioni dei gas serra va, quindi, indirizzata verso i paesi emergenti, ma queste nazioni hanno difficoltà nell'accettare l'idea di dover ridurre le emissioni per evitare gli stessi errori del nostro sviluppo. Dobbiamo far capire loro che esistono modi per svilupparsi nel rispetto dell'ambiente anche economicamente vantaggiosi come l'agricoltura sostenibile e le fonti rinnovabili".

Per quanto riguarda l'Italia e il futuro del Paese nel caso in cui non si dovessero adottare misure di mitigazione, è intervenuto Silvio Gualdi, del Centro Euro Mediterraneo per i cambiamenti climatici: "Nelle prossime decadi il nostro Paese vedrebbe un cambiamento sostanziale del proprio clima. In particolare si potrebbe assistere ad un aumento sostanziale della temperatura (fino a +5 gradi verso il 2100) e a una riduzione sensibile delle precipitazioni per le regioni centro meridionali. Come si può immaginare, gli impatti di questi possibili cambiamenti sarebbero devastanti per settori quali l'agricoltura e il turismo invernale, soprattutto a regioni ad alta vocazione".

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