Confartigianato, la ripresa economica passa dai prestiti alle imprese

Puntare sul rapporto fra banche e imprese, svincolarsi dai trattati di Basilea per accedere ai prestiti e tagliare il costo del lavoro. La ricetta Confartigiana

Confartigianato, la ripresa economica passa dai prestiti alle imprese

Il vero cappio che strozza il dialogo tra banche e imprese sono i trattati di Basilea. Con regole così dure sull'erogazione del credito si perdono di vista le esigenze dell'economia reale. Un affondo così duro arriva dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, che ha affidato alle pagine del Corriere della Sera la sua ricetta per far ripartire le Pmi.

I trattati in questione (Basilea 1, 2 e 3, promulgati dal 1992 a oggi) regolamentano la concessione del credito da parte delle banche in base alla loro solidità finanziaria. Semplificando, i prestiti possono essere erogati solo se l'istituto ha sufficiente liquidità, così da evitare rischi di default. Questo implica che, in momenti di crisi come quello attuale, il costo al quale le banche si prestano il denaro è altissimo, perché non si fidano l'una della stabilità dell'altra. Ovviamente, ciò ha ripercussioni immediate sull'economia reale: i (pochi) finanziamenti alle imprese hanno tassi ormai alle stelle.

Ecco perché Guerrini nella sua intervista invoca la collaborazione della Francia e della Germania per allentare le limitazioni imposte dai trattati che, alla lunga, danneggerebbero le banche stesse. Le piccole e medie imprese, aggiunge ancora, hanno bisogno di un intervento deciso del Governo su tre fronti: fisco, pagamenti dalla Pubblica Amministrazione e alleggerimento della burocrazia.

Cosa dire, però, delle responsabilità delle imprese in questi anni? Una delle accuse che il mondo bancario ha sempre rivolto ai "capitani d'azienda" è quella di aver dotato le loro creature di quote capitale minori del necessario (la liquidità a disposizione delle aziende è un requisito importante per la concessione del credito bancario, ndr). "È un problema atavico del nostro sistema imprenditoriale - ammette Guerrini - non si risolverà in poco tempo". La soluzione, ancora una volta, sembra passare dalla riforma del fisco: "Se solo si detassassero gli utili che vengono reinvestiti in azienda, si darebbe un grosso incentivo". Non è ben chiaro, tuttavia, dove lo Stato dovrebbe trovare i soldi per tagliare le tasse.