Dipendenti dal Melafonino, disposti a rinunciare al sesso per averlo

Tra pochi giorni l'Apple presenterà l'iPhone 5. I tantissimi amanti del marchio aspettano con ansia e curiosità questo evento tanto da essere disposti a rinunci

Dipendenti dal Melafonino, disposti a rinunciare al sesso per averlo

Secondo un sondaggio tenuto da RoxyPalace.com e riportato anche da ispazio.net, su 800 persone infatti, è risultato che un uomo su cinque rinuncerebbe al sesso pur di avere l'iPhone 5 in anteprima. Scendendo ancora di più nel dettaglio, possiamo osservare anche come il 22% delle persone ha risposto di poter rinunciare al caffè per lo stesso periodo mentre il 14% rinuncerebbe all'alcool. Numeri curiosi ed in parte preoccupanti che riaprono una lunga discussione sulla "dipendenza" dal cellulare.

Il rapporto che lega tutta l'umanità alla tecnologia è ormai saldo ed intenso, ma il legame che ci lega con la telefonia è quasi sanguigno. Dall'avvento di una delle invenzioni più importanti della nostra storia, la tecnologia di questi apparecchi ha subìto una corposa impennata che ne ha reso quasi indispensabile l'uso. Soprattutto negli ultimi dieci anni infatti, con la creazione di nuovi dispositivi sempre più tascabili ed innovativi, il cellulare è entrato a far parte a tutti gli effetti della nostra vita, ma non è finita qua. In alcuni casi, sempre più diffusi, si parla addirittura di una vera e propria dipendenza.

Gli sviluppatori delle varie case costruttrici, in continua competizione tra loro, hanno apportato nel corso degli anni delle varianti importanti. L'obiettivo principale è quello di portare più strumenti possibili all'interno del nostro cellulare: dalla calcolatrice alla sveglia, passando alla fotocamera, fino ad arrivare al navigatore satellitare e molto di più. Tutto quello che ci può servire nel corso delle nostre giornate di lavoro, ma anche di tempo libero in un solo innovativo apparecchio. Dicevamo però che, come spesso accade, le grandi innovazioni portano anche degli effetti negativi ed in questo caso parliamo proprio di "dipendenza".

Sono sempre più numerosi i casi in cui gente bambini, ragazzi, ma anche adulti, fanno un uso improprio del cellulare, usandolo per diverse ore al giorno, spesso senza alcuna necessità. Secondo i numerosi studi condotti in tutto il mondo sull'argomento, il "keichu", come è stato definito in Cina il fenomeno sociale della dipendenza dal cellulare, è un problema che colpisce principalmente i giovani. Da un punto di vista strettamente quantitativo si parla di "cellularomania" quando il traffico telefonico quotidiano di un individuo, costituito da chiamate e sms sia in entrata che in uscita, ammonta all'incirca a 300 contatti. Tuttavia, questi limiti non descrivono fino in fondo il concetto, visto che potrebbero bastare anche poche telefonate al giorno, ma di durata oltre la norma per poter considerare il comportamento quanto meno "discutibile".

La causa principale di questa dipendenza però, nasce non tanto dalle chiamate vocali ma dagli sms (Short Message Service). Essi infatti, sono degli strumenti semplici da utilizzare e buoni per tutti gli usi: dal messaggio d'amore, all'appuntamento, passando per un semplice saluto. Sotto questo aspetto, è importante allinearsi a certi standard di comportamento che spesso sono tralasciati a causa della presenza "tuttofare" del nostro amato telefonino.

Una delle peggiori conseguenze di questa forma patologia è la mancanza di attenzione e concentrazione, accertata più che altro negli adolescenti sempre molto sensibili alle innovazioni. Proprio due ragazzini, sono i protagonisti di una storia di qualche anno fa. In Spagna infatti, nel 2008, come riporta (benessereblog.it) due bambini di 12 e 13 anni sono stati ricoverati in un centro specializzato a Lleida, vicino a Barcellona. La diagnosi degli specialisti è stata: "Dipendenza da telefonino ma soprattutto al sistema di Instant Messaging "Messenger" ". La prognosi è stata stimata in circa due anni. Uso ed abuso di tecnologia dunque, che inizia con un semplice "innamoramento" e che finisce, in alcuni casi, in una vera e propria patologia.

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