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Auto-produzione di energia: come abbassare la bolletta con il fotovoltaico domestico

Scopri come funziona un impianto fotovoltaico domestico, quanto puoi risparmiare in bolletta e quali incentivi sono attivi per l’autoproduzione di energia.

L’auto-produzione di energia elettrica domestica tramite pannelli fotovoltaici è una soluzione sempre più diffusa per chi desidera abbattere i costi della bolletta elettrica e ridurre l’impatto ambientale. Installando un impianto fotovoltaico sul proprio tetto, è possibile trasformare l’energia solare in elettricità utilizzabile per la casa, garantendo risparmio economico, maggiore indipendenza dalla rete pubblica e contribuendo a un futuro più sostenibile.

In questa guida vedremo come funziona un impianto fotovoltaico domestico, quali sono i costi da sostenere, gli incentivi disponibili, le opportunità offerte dai sistemi di accumulo e il rapporto con la rete elettrica nazionale, per capire come ottenere un risparmio reale e duraturo.

Indice articolo

Cos’è un impianto fotovoltaico domestico e come funziona

Quanti kW servono per una casa?

Quanto si risparmia in bolletta con il fotovoltaico?

Esempio pratico di riduzione della bolletta

Perché con il fotovoltaico si paga ancora la bolletta?

Fotovoltaico con accumulo: conviene davvero?

Quanta energia posso accumulare e riutilizzare?

Quanto costa un impianto fotovoltaico domestico nel 2025?

Ci sono incentivi o detrazioni disponibili?

Vuoi abbassare la bolletta ma non puoi installare un impianto? Valuta una tariffa luce più conveniente

Con il fotovoltaico puoi risparmiare oggi e investire sul futuro

Le risposte di Supermoney a 5 domande frequenti

Cos’è un impianto fotovoltaico domestico e come funziona

Un impianto fotovoltaico domestico è costituito principalmente da pannelli solari, un inverter e, in alcuni casi, da batterie di accumulo. I pannelli sono installati generalmente sul tetto della casa e sono composti da celle fotovoltaiche che catturano la luce del sole e la convertono in energia elettrica in corrente continua. Questa energia passa poi attraverso l’inverter, un dispositivo che la trasforma in corrente alternata, utilizzabile da tutti gli elettrodomestici domestici.

Il sistema può funzionare in due modalità principali: autoconsumo e scambio sul posto (scambio con la rete). Nel primo caso, l’energia prodotta dai pannelli viene consumata direttamente in casa, riducendo la quantità di elettricità acquistata dal gestore. Nel secondo, quando l’energia prodotta supera il consumo, l’eccesso viene immesso nella rete elettrica nazionale tramite lo “scambio sul posto”, permettendo di ricevere un compenso o un credito da utilizzare in futuro. In ogni caso, l’impianto fotovoltaico consente di sfruttare al massimo l’energia solare gratuita per una riduzione della bolletta luce davvero evidente.

Quanti kW servono per una casa?

La potenza di un impianto fotovoltaico domestico varia in base al fabbisogno energetico della famiglia e alle caratteristiche dell’abitazione. Per una famiglia media, con un consumo annuo tra i 3.000 e i 4.500 kWh, un impianto tra i 3 e i 6 kW è generalmente sufficiente.

Ad esempio, un impianto da 3 kW può coprire circa il 50-60% del fabbisogno energetico di una casa con consumi moderati, mentre impianti da 6 kW sono più indicati per famiglie numerose o abitazioni con molti elettrodomestici ad alto consumo. La potenza necessaria dipende anche dalla zona geografica: nelle regioni più soleggiate, come il Sud Italia, si produce più energia con meno pannelli rispetto alle zone meno luminose del Nord. Inoltre, è importante valutare il profilo di consumo energetico della famiglia (ad esempio, presenza di riscaldamento elettrico o climatizzazione) per dimensionare correttamente l’impianto.

Quanto si risparmia in bolletta con il fotovoltaico?

Per quanto riguarda il risparmio bolletta con pannelli solari, dipende dalla potenza installata e dalla modalità di utilizzo dell’energia prodotta. Prendiamo come esempio un impianto da 3 o 6 kW senza sistema di accumulo.

Un impianto da 3 kW, in una casa con consumi medi, può coprire direttamente circa il 30-40% del fabbisogno elettrico grazie all’autoconsumo, cioè all’energia prodotta e consumata immediatamente. Un impianto da 6 kW, più grande, può aumentare questa percentuale fino al 40-50%. Questo significa che quasi la metà dell’energia che normalmente si acquisterebbe dalla rete viene invece generata gratuitamente dal sole, con conseguente riduzione della bolletta.

Oltre all’autoconsumo, l’energia in eccesso prodotta durante le ore di maggiore irraggiamento può essere immessa nella rete grazie al meccanismo dello “scambio sul posto”. Questo permette di ottenere un credito economico che compensa parte dei costi dell’energia prelevata quando il sole non c’è, come la sera o nelle giornate nuvolose.

Se si installa una batteria di accumulo, si può aumentare ulteriormente l’autoconsumo, conservando l’energia prodotta in eccesso per utilizzarla quando serve, riducendo quasi del tutto la dipendenza dalla rete elettrica e massimizzando il risparmio in bolletta.

Esempio pratico di riduzione della bolletta

Per capire quanto si può risparmiare davvero, immaginiamo il caso di una famiglia con un consumo medio annuo di 3.000 kWh. In condizioni normali, con una tariffa da 0,26 €/kWh, la spesa annua per l’energia elettrica sarebbe di circa 780 euro.

Installando un impianto fotovoltaico da 3 kW ben esposto, in una zona del Centro Italia, si può produrre circa 3.300–3.600 kWh all’anno. Tuttavia, non tutta l’energia prodotta viene utilizzata subito: una parte viene autoconsumata, l’altra immessa in rete. In assenza di un sistema di accumulo, l’autoconsumo medio si attesta intorno al 30–40%. Quindi, la famiglia utilizzerebbe direttamente circa 1.000–1.200 kWh, risparmiando 260–310 euro l’anno.

L’energia non consumata subito viene immessa in rete e valorizzata tramite lo scambio sul posto, con un rimborso parziale (mediamente 0,10–0,12 €/kWh). Su altri 1.800–2.200 kWh immessi, si possono recuperare circa 180–260 euro.

Risultato finale: il risparmio complessivo in bolletta può superare i 500 euro l’anno, a fronte di un investimento iniziale che si ammortizza in circa 7–10 anni, anche senza incentivi. Se si aggiunge una batteria d’accumulo, l’autoconsumo può salire fino al 70–80%, permettendo di abbattere ulteriormente i prelievi dalla rete e avvicinarsi a una bolletta quasi azzerata. Decisamente interessante!

Perché con il fotovoltaico si paga ancora la bolletta?

Anche con un impianto fotovoltaico domestico installato, è normale continuare a ricevere una bolletta elettrica. Questo accade per diversi motivi legati ai costi e al funzionamento del sistema elettrico nazionale.

Innanzitutto, una parte consistente della bolletta è composta dagli oneri di sistema. Questi costi servono a finanziare infrastrutture, servizi e incentivi legati all’energia elettrica, e vengono addebitati a tutti i consumatori, indipendentemente da quanto si produca autonomamente. 

Quindi, anche chi autoproduce energia deve contribuire a tali oneri, che sono fissi e non dipendono direttamente dall’energia consumata.

Poi ci sono i costi di rete, ovvero la manutenzione e gestione della rete elettrica nazionale, che deve essere sempre disponibile per fornire energia quando il fotovoltaico non produce. Questi costi vengono addebitati per garantire la continuità del servizio e la sicurezza dell’approvvigionamento, poiché l’impianto domestico non può coprire il fabbisogno in ogni momento.

Infine, c’è il problema dei prelievi quando non c’è produzione, come nelle ore serali, durante la notte o nei mesi invernali con meno sole. In queste situazioni si è costretti a prelevare energia dalla rete, pagando il costo relativo. Anche se lo scambio sul posto e l’autoconsumo aiutano a ridurre i prelievi, non li eliminano completamente, soprattutto se non si dispone di sistemi di accumulo.

Fotovoltaico con accumulo: conviene davvero?

L’aggiunta di una batteria d’accumulo a un impianto fotovoltaico cambia notevolmente il modo in cui si utilizza l’energia prodotta. La batteria immagazzina l’elettricità in eccesso prodotta durante il giorno, rendendola disponibile per il consumo serale o in assenza di sole. In questo modo aumenta significativamente l’autoconsumo, riducendo il prelievo di energia dalla rete e, di conseguenza, il costo della bolletta.

Un impianto fotovoltaico con accumulo permette una maggiore indipendenza energetica, poiché si può sfruttare quasi tutta l’energia autoprodotta senza doverla necessariamente cedere alla rete o acquistare da essa. Tuttavia, il costo iniziale di un sistema con batteria è più elevato rispetto a un impianto senza accumulo, e può richiedere tempi più lunghi per il ritorno economico.

Questa soluzione è particolarmente ideale per chi è spesso fuori casa durante il giorno: in tal caso l’energia prodotta non viene consumata immediatamente ma immagazzinata, per essere utilizzata nelle ore serali o notturne, quando il consumo domestico è maggiore. Così, si ottimizza il risparmio energetico e si minimizza il prelievo dalla rete.

In conclusione, il fotovoltaico con accumulo rappresenta un investimento più consistente ma più efficiente e conveniente nel lungo periodo, soprattutto per chi vuole massimizzare l’autoconsumo e raggiungere una vera autonomia energetica.

Quanta energia posso accumulare e riutilizzare?

Un impianto fotovoltaico produce energia soprattutto durante il giorno, ma è proprio la sera che molte famiglie consumano di più. Ecco perché installare una batteria d’accumulo può fare la differenza. Una batteria domestica da 5 a 10 kWh consente di immagazzinare l’energia prodotta e non utilizzata subito, per poi riutilizzarla quando il sole non è presente, cioè proprio durante la serata, la notte o la mattina presto. In questo modo, si riduce drasticamente il prelievo di energia dalla rete.

Facciamo un esempio:

Una famiglia con un impianto fotovoltaico da 4 kW senza batteria riesce a coprire circa il 30–40% del proprio fabbisogno con autoconsumo diretto. Aggiungendo una batteria da 5 kWh, può arrivare a un autoconsumo del 60% circa. Con una batteria da 10 kWh, l’autoconsumo può superare il 70–80%, soprattutto se l’abitazione è ben ottimizzata. Tradotto in numeri: se la bolletta iniziale era di 800 euro all’anno, l’autoproduzione con accumulo può ridurre la spesa anche a 150–200 euro, considerando solo i costi residui di rete, tasse e una minima parte di prelievo.

Il risparmio diventa ancora più evidente se si abbina l’impianto a una tariffa luce vantaggiosa per la parte non coperta dal fotovoltaico. Per questo confrontare le offerte dei gestori presenti sul mercato libero energetico resta un passo fondamentale. Utilizza uno strumento online semplice, gratuito e intuitivo: confronta le tariffe luce su Supermoney.

Quanto costa un impianto fotovoltaico domestico nel 2025?

Nel 2025, installare un impianto fotovoltaico domestico rappresenta un investimento importante ma accessibile, che può portare a significativi risparmi in bolletta e maggiore autonomia energetica. Il costo impianto fotovoltaico varia soprattutto in base alla sua stessa potenza e alla presenza o meno di un sistema di accumulo.

Per un impianto di piccola taglia, intorno ai 3 kW, la spesa si aggira generalmente tra i 5.000 e i 7.000 euro. Questa potenza è indicata per abitazioni con consumi moderati e permette di coprire una buona parte del fabbisogno energetico quotidiano. Per impianti di dimensioni maggiori, come quelli da 6 kW, il costo sale e può variare dai 9.000 agli 11.000 euro. Questo tipo di impianto è più adatto per famiglie con consumi più elevati o abitazioni di dimensioni più grandi.

Se si sceglie di abbinare al fotovoltaico un sistema di accumulo tramite batterie, i costi aumentano ulteriormente, con un incremento che può arrivare al 30-50% del prezzo dell’impianto senza accumulo. Le batterie permettono di conservare l’energia prodotta durante il giorno per utilizzarla quando il sole non c’è, migliorando l’autoconsumo e l’indipendenza energetica, ma rappresentano ancora un investimento significativo. Per quanto riguarda le modalità di pagamento, esistono diverse opzioni per facilitare l’acquisto. Oltre all’acquisto diretto, molti fornitori offrono la possibilità di finanziamenti agevolati, noleggio o rateizzazione del costo dell’impianto, rendendo l’investimento più accessibile anche a chi preferisce spalmare la spesa nel tempo.

Ci sono incentivi o detrazioni disponibili?

Installare un impianto fotovoltaico nel 2025 può essere ancora più conveniente grazie agli incentivi fiscali messi a disposizione dallo Stato. Uno dei principali strumenti è il cosiddetto Bonus Casa, che consente di usufruire di una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute per l’installazione dell’impianto, da ripartire in dieci anni. Questo aiuta a ridurre notevolmente il costo effettivo dell’investimento iniziale. Oltre agli incentivi fotovoltaico 2025, alcuni fornitori propongono promozioni e sconti temporanei per agevolare l’acquisto dell’impianto fotovoltaico, spesso in combinazione con servizi aggiuntivi come l’installazione o la manutenzione. Per poter usufruire di queste agevolazioni, è necessario registrare l’impianto presso il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’ente che gestisce l’immissione dell’energia in rete e gli incentivi legati alla produzione fotovoltaica. La registrazione è fondamentale per accedere allo scambio sul posto e per monitorare la produzione energetica.

Vuoi abbassare la bolletta ma non puoi installare un impianto? Valuta una tariffa luce più conveniente

Non tutti possono installare un impianto fotovoltaico, per motivi legati all’abitazione o a vincoli tecnici. In questi casi, una valida alternativa per risparmiare è scegliere una tariffa luce più conveniente e sostenibile. Esistono oggi sul mercato molte offerte di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, spesso con prezzi bloccati o sconti per determinate fasce di consumo. Queste tariffe permettono di ridurre la spesa mensile e, allo stesso tempo, di sostenere una produzione energetica più pulita e rispettosa dell’ambiente. Su piattaforme come Supermoney è possibile confrontare facilmente le migliori tariffe luce disponibili sul mercato, filtrando le offerte per caratteristiche come il prezzo, la provenienza green dell’energia, e la presenza di promozioni dedicate. Questo consente di trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze di consumo e di risparmio. Non aspettare ancora, confronta le tariffe luce su Supermoney.

Con il fotovoltaico puoi risparmiare oggi e investire sul futuro

Investire in un impianto fotovoltaico domestico è una scelta lungimirante, che va oltre il semplice risparmio sulla bolletta. Con l’auto-produzione di energia si riducono sensibilmente i costi legati all’acquisto di energia dalla rete, aumentando la propria autonomia energetica e la sicurezza contro eventuali aumenti futuri dei prezzi dell’elettricità. Un impianto ben dimensionato e gestito può arrivare a coprire una parte molto significativa del fabbisogno energetico di una famiglia, portando a una riduzione drastica delle spese correnti e offrendo un ritorno economico nell’arco di alcuni anni. Inoltre, un impianto fotovoltaico aumenta il valore dell’abitazione, rendendola più attrattiva sul mercato immobiliare. Oltre ai benefici economici, il fotovoltaico contribuisce anche a un futuro più sostenibile, diminuendo l’impronta ambientale della casa e favorendo la transizione verso fonti energetiche rinnovabili. In sintesi, oggi scegliere il fotovoltaico significa fare un investimento intelligente che unisce risparmio, sostenibilità e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare. Con le opportunità di finanziamento e gli incentivi ancora disponibili, è il momento ideale per valutare questa soluzione e iniziare a produrre energia in modo autonomo e conveniente.

Le risposte di Supermoney a 5 domande frequenti

  1. Quanto si risparmia in bolletta con il fotovoltaico domestico? Con un impianto ben dimensionato puoi risparmiare tra il 30% e l’80% sulla spesa annua, in base all’autoconsumo e all’eventuale batteria. Questo significa che se riesci a consumare direttamente l’energia prodotta dai pannelli, la bolletta si riduce drasticamente, perché compri meno energia dalla rete. L’installazione di una batteria di accumulo consente di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno per usarla nelle ore serali o notturne, aumentando l’autoconsumo e quindi il risparmio. Senza accumulo, il risparmio si limita all’energia consumata durante il giorno, mentre con la batteria si può superare il 70-80% di autoconsumo, riducendo quasi del tutto la dipendenza dalla rete. Tuttavia, la percentuale esatta di risparmio dipende anche dal profilo di consumo familiare, dalla posizione geografica e dalle condizioni di irraggiamento solare.
  2. Perché con il fotovoltaico pago ancora la bolletta? Perché restano i costi di rete e gli oneri generali, e perché nei momenti in cui l’impianto non produce (es. notte o inverno) si preleva energia dalla rete. Anche con un impianto efficiente, non si può eliminare completamente la bolletta perché alcune voci di costo sono fisse e legate al mantenimento della rete elettrica nazionale, come la manutenzione e il servizio di distribuzione. Inoltre, l’energia prodotta dai pannelli è intermittente e dipende dal sole: la sera, di notte o in giornate molto nuvolose, l’impianto non produce e quindi si deve attingere energia dalla rete pubblica. Il sistema di scambio sul posto può compensare una parte di questi prelievi, ma non azzera del tutto la spesa. L’adozione di batterie di accumulo può ridurre ulteriormente la dipendenza dalla rete, ma non eliminare del tutto i costi fissi.
  3. Quanto costa un impianto fotovoltaico per una casa? Nel 2025 un impianto da 3 kW costa circa 5.000–7.000 euro, uno da 6 kW tra 9.000 e 11.000 euro. L’aggiunta di batterie aumenta il prezzo. Il costo finale dipende anche dalla qualità dei materiali, dalla complessità dell’installazione e dalla presenza di eventuali incentivi fiscali. Molti installatori offrono formule di finanziamento o noleggio, per rendere più accessibile l’investimento iniziale. È importante considerare anche le spese di manutenzione, che però sono generalmente basse. Con l’inclusione delle detrazioni fiscali, il costo netto può risultare decisamente più contenuto, rendendo l’impianto fotovoltaico un investimento conveniente nel medio-lungo termine.
  4. Quali sono gli incentivi per il fotovoltaico nel 2025? È attiva la detrazione del 50% in 10 anni (Bonus Casa) per impianti domestici e sistemi di accumulo. Questo incentivo permette di recuperare metà della spesa sostenuta per l’acquisto e l’installazione attraverso detrazioni fiscali annuali, diluite su un decennio. Oltre al Bonus Casa, ci sono anche eventuali incentivi locali o promozioni da parte di fornitori e installatori, che possono ridurre ulteriormente il costo. Per accedere agli incentivi è necessario registrare l’impianto presso il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e seguire specifiche procedure amministrative. Questi incentivi rendono l’adozione del fotovoltaico molto più accessibile e vantaggiosa per le famiglie.
  5. Quanti kW servono per coprire il fabbisogno di una casa? Una famiglia media consuma circa 2700–3500 kWh l’anno, coperti da un impianto tra 3 e 6 kW, in base alla zona geografica e al tipo di consumo. In regioni con più ore di sole, un impianto più piccolo può coprire una quota maggiore del fabbisogno rispetto a zone con meno irraggiamento solare. Inoltre, il consumo varia in base all’utilizzo di elettrodomestici, riscaldamento elettrico, climatizzazione e altre abitudini familiari. È sempre consigliabile effettuare un’analisi





 

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