I costi medi dei conti correnti in Italia sono diminuiti di qualche euro nel 2012 rispetto agli anni precedenti: questi sono i risultati dell'ultima indagine fatta dalla Banca d'Italia sul mercato dei conti italiani, sia bancari che postali (le varie versioni del Conto BancoPosta) che, rispetto alle precedenti rilevazioni degli scorsi anni, ha preso in esame anche quanto si spende per affidamenti in conto corrente e per gli scoperti, oltre che ovviamente alle classiche spese fisse e variabili.
Come si evince dall'analisi della Banca d'Italia, che oltre ad aver preso in esame più voci di costo ha monitorato un numero maggiore di conti correnti per un totale di circa 12.000 conti, il 2,8% in più rispetto al 2011, lo scorso anno la spesa media per la gestione è stata di 103,8 euro contro i 107,9 euro del 2011 ed i 110,6 euro del 2010: ad essere diminuite sono state soprattutto le spese fisse nonché quelle relative agli affidamenti ed agli scoperti. Ci sono però delle riflessioni da fare su questi numeri, anche grazie alle stesse notazioni che Bankitalia fa nel suo rapporto.
Come prima cosa occorre segnalare che sono diminuite proprio le operazioni eseguite dai correntisti, quindi appare ovvio che l'ammontare delle spese variabili si sia ridotto, influenzando al ribasso la media dei costi; poi si deve segnalare che, coerentemente con la tendenza delle banche di spingere verso l'home banking ed i conti correnti on line, sono cresciute le commissioni per le operazioni agli sportelli al contrario di quelle appunto eseguite via web.
Infine bisogna evidenziare come i consumatori italiani possano "fare meglio", ovvero informarsi di più, fare maggiori confronti tra conti correnti, cercare i prodotti più vantaggiosi per il proprio caso: dall'indagine della Banca d'Italia emerge infatti come circa un terzo dei correntisti potrebbe spendere meno (e dunque meglio) in quanto non ha un conto corrente adeguato rispetto al proprio profilo, basato sul numero e la tipologia delle operazioni svolte.