Premessa: qualora si abbiano debiti sia verso privati (si pensi ad esempio alle rate non pagate di mutuo o prestito) o verso la pubblica amministrazione e/o enti pubblici - (ad esempio per mancato pagamento del bollo auto, di sanzioni amministrative, di Imu, tares, ecc., che poi vengono iscritte a ruolo presso un agente della riscossione come Equitalia, Serit, Soget ecc.) - il creditore può agire esecutivamente attraverso il pignoramento presso terzi, ovvero presso il datore di lavoro, o meglio ancora presso una banca, aggredendo direttamente il conto, pensione o stipendio lì accreditato.
È possibile evitare che il "frutto" del nostro lavoro quotidiano - lo stipendio o la pensione accreditati mensilmente - sia pignorato? Innanzitutto, è necessario premettere che, ai sensi dell'art. 545, comma 4 c.p.c., è possibile pignorare al massimo un quinto dello stipendio/pensione. Questo limite, tuttavia, può essere raggirato quando, una volta che lo stipendio o la pensione sono accreditati sul conto, confluisce con il resto dei risparmi e con essi si confonde. In tal modo, il conto non essendo richiamato dall'art. 545 c.p.c., che invece fa riferimento solo a stipendi e pensioni, viene - o almeno la prassi fin ora è stata questa - pignorato integralmente al 100%.
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Tutto ciò rende impotenti tutti quei contribuenti che hanno contratto debiti con Equitalia, la quale ha accesso all'anagrafe tributaria e può conoscere qual è il conto corrente dove il contribuente percepisce tali somme a titolo di stipendio o pensione. Questa situazione si è creata ed è stata maggiormente sentita quando il decreto Salva Italia ha imposto l'apertura di un conto per percepire pensioni o stipendi superiori a 1.000 euro.
Quindi, come è possibile evitare il pignoramento in tali casi? La soluzione sembra potersi individuare in una recente sentenza del Tribunale di Savona, in base alla quale il pensionato o il lavoratore può evitare - impugnando con ricorso in opposizione all'esecuzione o agli atti esecutivi - il pignoramento, provando che sul conto non vi erano altri importi diversi da quelli accreditati mensilmente a titolo di stipendio o pensione.