È uscito il rapporto 2013 sull'e-commerce, stilato dall'autorevole agenzia immobiliare Cushman&Wakefield. I risultati mostrano tutte le potenzialità di questo nuovo mercato virtuale, ma bocciano l'Italia che si posiziona al ventottesimo posto come sfruttamento e sviluppo del settore, dietro a paesi come Cile, Malesia e Portogallo.
Il business delle compravendite online è in grande espansione in tutto il mondo e lo testimonia un incremento medio del 18% negli ultimi tre anni, per un giro d'affari che si stima attorno ai 580 miliardi di dollari. In Italia però, tanto per cambiare, si è ancora molto indietro per quanto riguarda lo sviluppo di infrastrutture e politiche adeguate, nonostante i margini di miglioramento siano ampissimi.
Il problema però non è solo politico-economico, ma anche culturale, legato cioè alle resistenze degli italiani nei confronti del commercio online. Non ci si fida, nonostante le garanzie di sicurezza offerte, e soprattutto si predilige il pagamento in contanti rispetto all'utilizzo di più comode ed economiche carte di credito. È necessario quindi pensare a campagne di "educazione" all'utilizzo dell'e-commerce e di tutto il mondo del web.
Nonostante l'arretratezza del sistema, solo un mese fa, un indagine del sito specializzato Freelancer.com dava in crescita il mercato italiano dell'e-commerce, con un + 19% di imprese che entravano nel business online nei primi mesi del 2013. Sempre più imprenditori infatti si stanno rendendo conto di quanto sia importante investire in un sito di vendita online. Con poche centinaia di euro si può infatti raggiungere clienti in tutto il mondo che possono acquistare il tuo prodotto con un semplice clic.