In Italia ci sono banche che assimilano il conto corrente condominiale ad un rapporto di conto corrente aziendale. Con la conseguenza che in tal caso si pagano, rispetto al conto corrente aperto da un privato, le commissioni sullo scoperto e maggiori imposte di bollo nella misura di 100 euro annui anziché 34,20 euro.
A porre l'attenzione su questa criticità nei giorni scorsi è stata l'Anaci, Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, la quale si è rivolta all'ABI, Associazione Bancaria Italiana, al fine di poter aprire sulla questione un tavolo di confronto. Questo perché i maggiori costi sui conti correnti condominiali vanno a carico delle famiglie, ragion per cui occorre porre rimedio all'applicazione dei maggiori costi visto che la condizione economica dei nuclei familiari a causa della crisi è purtroppo peggiorata.
Proprio il capitolo casa è quello che maggiormente pesa sui bilanci delle famiglie a causa di maggiori tasse, a partire dall'Imu, e passando per l'aumento delle tariffe energetiche. Ragion per cui non è il caso di stangare ulteriormente le famiglie con i costi del conto corrente condominiale che per l'amministratore è fondamentale ai fini dell'esercizio dell'attività.